Nuovi scontri carcerari provocano circa 20 morti e 10 feriti all’interno del carcere di Turi, nei pressi di Cuenca, nel sud del paese andino. Secondo i report pubblicati sinora, la guerriglia sarebbe stata provocata da una disputa tra cosche criminali per il controllo interno del carcere.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla violenza nel sistema carcerario e sul mancato controllo nelle carceri da parte della Stato ecuadoriano. Per riottenere il controllo sul carcere di Turi, è stato infatti necessario il dispiegamento di 800 tra militari e poliziotti. Il carcere ospita circa 1.600 detenuti, su una capienza massima di 2.500.
“C’è un’organizzazione che vuole avere il potere assoluto all’interno del carcere e ci sono alcune cellule che si sono ribellate contro di loro”, ha riferito il ministro dell’Interno Patricio Carrillo, commentando l’ultimo caso di violenza carceraria. Carrillo ha anche riferito che grazie all’uso dei droni è stato possibile verificare che vi fossero detenuti che trasportavano fucili da guerra all’interno dell’istituto penitenziario.
Secondo il Servizio Nazionale delle Carceri (SNAI), solo nel 2021, sono rimasti uccisi all’interno delle carceri ecuadoriane 331 detenuti. Un numero impressionante al quale, come abbiamo scritto a più riprese l’anno scorso, ha contribuito enormemente il carcere di Guayaquil, nel quale a settembre scorso sono rimaste uccise oltre 100 persone in una guerrilla durata giorni interi.
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Foto di Copertina: El Universo