Si dice ecuadoriano o ecuadoregno? Questa è una domanda piuttosto frequente per chi naviga tra i gruppi e le pagine social degli ecuadoriani in Italia o degli italiani in Ecuador. Alcuni sostengono che la prima dizione sia la più corretta, mentre altri pensano sia la seconda. Taluni ancora sostengono invece che dire “ecuadoregno” sia dispregiativo, e sintomo di razzismo nei confronti dei cittadini provenienti dal meraviglioso paese andino.
A Ecuador Oggi abbiamo deciso di rispondere a questo quesito, cercando di dare una risposta la più definitiva possibile, e per farlo abbiamo voluto avvalerci del parere di persone più esperte di noi.
Pertanto, per affrontare questo spinoso tema, abbiamo deciso di prendere in prestito il parere dell’accademico Piero Fiorelli, che sullo stesso argomento si era già espresso anni fa per conto dell’Accademia della Crusca. Faremo rispondere quindi a Fiorelli, ai vocabolari della lingua italiana, ed alle statistiche sull’uso di questo termini, così da avere anche una fotografia quantitativa sui diversi utilizzi.
A prescindere da quello che emergerà da questo articolo, precisiamo che ciascuno è libero di utilizzare il termine che meglio crede. In ogni caso, è sempre bene fare una scelta considerata e basata sui fatti pratici della lingua italiana.
Per rispondere alla domanda circa quale termine utilizzare, è necessario fare una premessa. Infatti, il nome del paese “Ecuador“, in italiano, arriva solo agli inizi del novecento. Prima d’allora, infatti, questo paese veniva scritto in italiano come “Equador” o “Equatore” o, addirittura, come “Ecuarda“. Di conseguenza, all’epoca, gli abitanti di questo paese venivano chiamati “ecuatoriani” o “equatoriani“, prendendo in prestito il termine spagnolo.
La prima volta che il termine “Ecuador” rientrò come unica versione ufficiale fu nell‘Enciclopedia italiana del 1932, nella quale però, chi la scrisse, utilizzò sei volte il termine “ecuatoriano” alla spagnola, e quindici volte il termine ecuadoriano. Il termine ecuatoriano però apparì poi per l’ultima volta nell’enciclopedia del 1948, lasciando il posto per sempre al termine “ecuadoriano”.
Possiamo quindi dire che il termine “ecuadoriano” sia rientrato nel linguaggio comune italiano come aggettivo preponderante a partire dalla seconda metà del novecento, lasciando decadere l’uso dello spagnoleggiante “ecuatoriano“.
Per quanto riguarda la versione “ecuadoregno“, più recente rispetto ad “ecuatoriano”, “equatoriano” e “ecuadoriano”, rientrando ufficialmente nei nostri vocabolari solo a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, l’accademico Piero Fiorelli è perentorio: è un termine che nasce da un errore. Infatti, il suffisso italiano -egno vuole richiamare il suffisso spagnolo -eño, e sarebbe anche giusta la trasposizione di tale suffisso per la grammatica italiana. Il problema è che in spagnolo non esiste il termine “ecuadoreño“, e pertanto neppure in italiano dovrebbe esistere. Diverso è il caso, in italiano, di termini quali panamegno, salvadoregno o onduregno (o honduregno), in quanto questi aggettivi richiamano l’originale in spagnolo.

E quindi? Quale termine utilizzare?
Per rispondere a questa domanda, definitivamente, riprendiamo parola per parola quanto affermato da Fiorelli nel suo articolo per l’Accademia della Crusca:
Ecuatoriano è la forma spagnola, non si discute; ma chi si sentisse d’usarla in contesti italiani dovrebbe per coerenza usare i plurali –nos, –nas, riconoscendo che i nostri –ni, –ne vanno poco d’accordo con quel –c– della seconda sillaba;
Equatoriano, coi plurali –ni, –ne, sarebbe la forma ideale per chi volesse conciliare ragionevolmente morfologia spagnola e ortografia italiana, al costo però d’una riconoscibilità ridotta: è istintivo che faccia pensare alla linea dell’equatore piuttosto che al popolo dell’Ecuador, e non è un caso se non ha potuto attecchire.
Equadoregno o ecuadoregno sarebbe all’opposto una forma ideale per chi, passando sopra alle ragioni dell’una e dell’altra lingua, volesse dare veste italiana a quello che non è il nome spagnolo ma molti italiani possono fantasticare che sia.
Ecuadoriano, infine, formato com’è con un suffisso non molto caratteristico ma comune con minime variazioni alle maggiori lingue di cultura, innestato sopra il nome ufficiale della repubblica internazionalmente accettato, ha il vantaggio di garantire un immediato riconoscimento e di rimuovere le possibili incertezze di scelta. [Questo termine] sembra avere quel minimo di requisiti essenziali che giustifica la sua prevalenza nell’uso.
In conclusione, nessuno dei termini riportati è grammaticalmente scorretto o porta con sé connotati negativi (o positivi). Ciascuno può decidere quale termine utilizzare, l’importante è però sapere il perché di tale decisione.
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Foto di Copertina: Flickr
Interessante, avevo questo dubbio, grazie.
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