Cultura

L’alpinista italiano che ha scalato per primo il Chimborazo (e altri vulcani)

Su Ecuador Oggi abbiamo più volte esplorato le vite e le vicissitudini di alcuni italiani che hanno contribuito, in diversa maniera, alla vita sociale, politica e culturale dell’Ecuador, nell’arco degli ultimi secoli.

In passato, vi abbiamo raccontato la vita del padre salesiano Carlo Crespi, esploratore, cineasta ed antropologo, di Elia Liut, il primo a volare sulle Ande e pioniere dell’aviazione civile e militare in Ecuador, di Antonio Neumane, che musicò l’inno ecuadoriano, e degli scienziati ebrei italiani, che fuggiti dal loro paese d’origine, trovarono rifugio in Ecuador, dove fondarono l’azienda LIFE, leader nel settore farmaceutico nel paese.

Oggi vi portiamo alla scoperta di un altro italiano, che in Ecuador segnò un record non indifferente. Jean-Antoine Carrel, questo il suo nome, fu infatti il primo in assoluto a scalare il vulcano Chimborazo, massiccio di oltre 6.300 metri d’altezza, e molti altri vulcani della regione andina dell’Ecuador. Inoltre, fu il quinto scalatore in assoluto ad arrivare sulla cima del Cotopaxi (5.872 metri).

Ma chi era Carrel?

Jean-Antoine Carrel nasce nel 1829 a Cretaz, frazione del comune di Valtournanche, in Val d’Aosta. Essendo una zona a maggioranza francofona, la lingua madre di Carrel fu il francese, anche se l’italiano divenne più tardi la lingua da lui più utilizzata, anche in virtù dei quasi dieci anni al servizio dell’esercito italiano, col quale combatté diverse battaglie d’indipendenza, tra cui a Novara (1849).

Tornato in Val d’Aosta dopo il servizio di leva obbligatoria, Carrel dedicò il suo tempo a scalare le montagne della sua regione, entrando in rivalità con un altro grande alpinista dell’epoca, l’inglese Edward Whymper. Carrel fu il primo scalatore ad arrivare in cima al monte Cervino, che scalerà per altre 51 volte nell’arco della sua vita.

Jean-Antoine Carrel in un bozzetto di Whymper © Wikimedia

Carrel e l’Ecuador

La rivalità tra Whymper e Carrel, portò il primo a volere il secondo con sé per una spedizione nelle Ande ecuadoriane. Infatti, nonostante tra i due vi fosse una rivalità sul campo, la stima e l’amicizia tra gli scalatori fece sì che portarono a compimento insieme le prime scalate dei vulcani ecuadoriani.

Siamo nel 1880, l’Ecuador è una repubblica giovane ed ancora poco conosciuta, e le sue alture, ancora vergini e prive di servizi basici, fanno gola agli scalatori europei, sempre pronti a spingere il loro limite.

Whymper porta con sé tanto Jean-Antoine, quanto suo fratello Louis Carrel, alpinista all’epoca meno conosciuto ma di grandi doti e potenzialità.

Il 4 gennaio 1880 i tre alpinisti scalano per la prima volta nella storia il vulcano Chimborazo (6.267 metri), mentre il 2 febbraio, Whymper e Carrel da soli, fanno il Corazón, a 30 chilometri da Quito (4.816 metri), scalato da loro per la seconda volta nella storia.

Più tardi fanno anche il vulcano Cotopaxi (5.943 metri), già scalato prima di loro per almeno quattro volte. Nei mesi a seguire, tra marzo e luglio, i tre alpinisti scaleranno insieme, per la prima volta in assoluto: il Sincholagua (4.901 metri), l’Antisana (5.705 metri), il Pichincha (4.787 metri), il Cayambe (5.789 metri), il Sara-Urcu (4.676 metri) ied il Cotocachi (4.939 metri).

Mentre Whymper si dedicava a ricerche archeologiche, i fratelli Carrel ritentarono da soli il difficile sentiero inviolato del vulcano Iliniza (5.266 metri) con successo, dopo un tentativo fallito con il Whymper.

La campagna alpinistica, durata sei mesi, si chiuse con la salita del Carihuairazo (5.028 metri) e la seconda salita del Chimborazo, il 3 luglio 1880.

Dopo Carrel

In seguito alla lunga spedizione in Ecuador, Carrel rientrò in Italia, dove continuò il suo mestiere di alpinista e guida alpina. Morì coraggiosamente nel 1890, facendo il mestiere che amava ed al quale dedicò la sua vita, durante una tempesta sul monte Cervino. Prima di morire di sfinimento, trasse in salvo il cliente che gli chiese di scalare insieme il monte, ed il loro accompagnatore.

Oggi Carrel è ricordato in Italia con decine di rifugi e sentieri a lui dedicati. Ma anche in Ecuador non è stato dimenticato. Il primo rifugio che si trova sul vulcano Chimborazo, a 4.800 metri sul livello del mare, è infatti dedicato allo scalatore italiano ed a suo fratello Louis.


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© Riproduzione riservata

Foto di Copertina: Google Immagini

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