Gastronomia

La humita, patrimonio gastronomico precolombiano

In Ecuador, le humitas sono uno spuntino tradizionale, sia nella regione costiera che nella Sierra, e consistono in tortine di mais avvolte in foglie dello stesso mais, chiamate “pancas” che vengono cotte a vapore.

La parola “Humita” deriva dal quechua Humint’a. In Venezuela si chiama Halca, Hallequite o Bun; in Bolivia huminta, in Perù humita e in America Centrale è chiamato Tamal. Sebbene in Ecuador porti il ​​nome di humita, nel sud del paese è anche conosciuto come chumal.

Questo piatto, la cui preparazione è a base di chicchi di mais schiacciati a cui si aggiunge un soffritto di cipolla, pomodoro, peperoncino, latte, paprika e formaggio, è un patrimonio gastronomico degli antenati del continente americano, e risale all’epoca precedente all’arrivo di Cristoforo Colombo.

Una delle prime testimonianze dell’humita compare nelle cronache dell'”Inca” Garcilaso de La Vega del XVI secolo, in cui si indica che gli indigeni peruviani mangiavano, di tanto in tanto o per le festività, un pane chiamato “Huminta”, considerato un piatto esclusivo per i loro riti o le cerimonie della nobiltà Inca.

Per la preparazione, anticamente si usava macinare i chicchi di mais, mentre oggi vengono liquefatti con crema di latte per prepararli più velocemente. Si condisce il composto con il sale e si aggiunge il refrito, ovvero la cipolla soffritta con il burro. Aggiungere la quantità di formaggio a piacere. Quindi si tolgono le tenere bucce di mais e si ripiegano in una guaina per versare il composto di mais con il latte. Le restanti foglie di mais vengono tagliate a listarelle per legare l’humita. Infine in un recipiente si mettono in verticale a cuocerli con vapore a bagnomaria per circa 20 minuti.

I proprietari di alcuni caffè-ristoranti dicono che il segreto di una buona humita è prepararla con mais creolo o costiero e verificare che l’impasto con il latte non sia così acquoso o duro.


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© Riproduzione riservata

Foto di Copertina: Kraft Foods

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