La guerra tra bande criminali nel carcere di Guayaquil, andata in scena martedì notte e non ancora del tutto sedata, e che ha provocato una quantità di vittime mai vista nella storia del sistema carcerario del paese andino, ha fatto il giro del mondo, raggiungendo perfino la stampa italiana, dal Corriere della Sera alla Rai, da Avvenire ad Euronews.
Il quotidiano ecuadoriano El Universo, con sede proprio a Guayaquil, città costiera nonché motore economico del paese, ha descritto i fatti di martedì notte come “il capitolo più nero del carcere cittadino“. Ma vediamo i fatti.
Alle ore 20 di martedì, all’interno della zona 8 del carcere, due o più bande criminali nemiche hanno iniziato una vera e propria guerra intestina all’interno del carcere, che ha incluso l’utilizzo di armi da fuoco ed esplosivi. Quando gli agenti di polizia penitenziaria sono arrivati nella zona interessata, hanno subito riscontrato i primi morti, perlopiù uccisi da colpi di arma da fuoco, ma anche mutilati e decapitati.
“E’ probabile che la guerriglia abbia avuto inizio a causa di un litigio tra membri di bande avverse”, ha spiegato il Servicio Nacional de Atención Integral a Personas Adultas privadas de libertad y Adolescentes Infractores (SNAI).
Fatto sta che a più di due giorni dall’inizio della guerrilla, ancora le forze dell’ordine non sono state capaci di riportare la situazione in ordine. Al momento si contano 116 morti e 80 feriti, ed in ogni conferenza stampa il numero continua a salire. A Febbraio scorso, quando nello stesso momento vi furono episodi simili simultanei nelle carceri di Latacunga, Guayaquil e Cuenca, si arrivò ad un totale massimo di 80 morti.

Il Presidente della Repubblica Guillermo Lasso, giunto d’emergenza a Guayaquil, ha subito dichiarato lo stato d’emergenza nelle carceri del paese, chiamando l’esercito a placare le acque. Allo stesso tempo, lo stesso presidente ha richiesto che venisse formato uno spazio esterno ad hoc dove i famigliari dei detenuti possano ricevere notizie sui propri cari, e dove possano anche accedere ad un aiuto psicologico.
Lasso ha colto l’occasione anche per redigere un decreto esecutivo di 10 punti, al fine di porre un rimedio alla situazione creatasi a Guayaquil. Gli articoli prevedono l’intervento delle forze armate nelle carceri, l’assegnazione di maggiori risorse economiche per la gestione delle carceri, la sospensione del diritto d’inviolabilità per le lettere dei detenuti, e la sospensione della loro libertà di associazione .
Inoltre, Lasso ha sostenuto che presto inizieranno i lavori per la messa in regola delle carceri del paese, iniziando proprio da Guayaquil, per la quale ci sarà bisogno di almeno 24 milioni di dollari.
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Foto di Copertina: El Universo