A partire dal 1° agosto l’Ecuador ha eliminato le aliquote tariffarie su circa 667 input, materie prime e beni strumentali importati dal settore produttivo. L’obiettivo principale di questa riforma è migliorare la competitività del paese.
Il decreto 68, firmato da Guillermo Lasso, prevede la semplificazione del commercio internazionale come una priorità di politica pubblica, per la quale sono stati fissati obiettivi da raggiungere in diverse istituzioni come il Ministero delle Produzioni, del Commercio Estero, degli Investimenti e della Pesca, che hanno presentato una proposta al COMEX (Commissione per il Commercio Estero) per la riforma tariffaria affinché questa possa “migliorare la qualità della vita degli ecuadoriani” e rafforzare la competitività del paese.
Si prevede che questa riforma possa beneficiare più di 7 mila aziende e produttori, includendo anche i micro-produttori e gli imprenditori che saranno in grado di acquisire input a costi inferiori per migliorare i propri progetti economici, dando anche vita in futuro a nuove aziende e posti di lavoro per gli ecuadoriani. Anche se per alcuni settori la riduzione delle tariffe potrebbe rappresentare un miglioramento della loro competitività, in altri potrebbe avere dei rischi.
L’Ecuador attualmente è al 90esimo posto (su 144 paesi) nell’indice di competitività globale del 2019. Di conseguenza, lo scopo primario della riforma è quello di migliorare la competitività del paese, un compito necessario poiché l’Ecuador è ben al di sotto di altri paesi della regione, quali Cile, Colombia, Messico o Perù.
La COMEX, responsabile dell’approvazione delle politiche pubbliche in materia commerciale, è riuscita a ridurre le tasse dal 20% allo 0% per 80 settori produttivi, i prodotti che non saranno aggravati sono strumenti, macchinari, computer, pezzi di ricambio per veicoli, etc. Tuttavia, non tutti i 590 prodotti approvati per la riduzione delle tasse hanno raggiunto lo 0%. Infatti, circa 77 articoli devono ancora pagare il 20% in più del loro valore, nonostante prima dovevano pagare tra il 50% e il 30%.

Secondo la testimonianza di alcuni imprenditori, prima, le differenze di prezzo tra alcune marche di pezzi di ricambio che vendono erano abissali: un ricambio originale poteva costare $2.000 e lo stesso ricambio di un marchio diverso poteva invece valere $800. Ora, con la riduzione delle tariffe, si potrà acquistare ricambi originali di migliore qualità e più duraturi. Anche altri prodotti come fotocamere digitali e videocamere hanno modificato le tariffe applicate: dal 25% al 5% della tariffa.
Una delle garanzie necessarie da applicare è che la riduzione si rifletta anche in chi acquista il prodotto finale, garantendo il vantaggio dell’abbassamento delle tariffe tanto per l’importatore quanto per il consumatore finale. In parole povere, nel caso in cui l’importatore mantenesse lo stesso prezzo delle fotocamere, la riforma del governo amplierebbe solo il suo margine di profitto.
Nel caso degli agricoltori, anche se il costo dei pezzi di ricambio scende, un altro è in costante aumento, ossia quello del trasporto dei macchinari dal porto di arrivo al luogo in cui verranno utilizzati. Tale voce è aumentata per l’aumento del prezzo dei combustibili, conseguenza dell’aumento del prezzo del petrolio a livello mondiale.
La riforma tariffaria è il primo passo affinché l’Ecuador sia più competitivo, ma non dovrebbe essere l’unico. La competitività del paese passa anche da altri fattori, quali l’apertura a nuovi mercati, la riduzione dei costi e garantire migliori condizioni per il commercio. Un altro importante fattore consiste nel rendere più efficienti i processi di importazione e i nuovi contratti, invece di generare maggiori spese. Pertanto, è necessario che le procedure di importazione siano più efficienti (il governo ha previsto anche la semplificazione dei processi e dei requisiti per gli importatori). Se sarà possibile ridurre le pratiche burocratiche, riformare le tariffe e lavorare per risolvere gli altri problemi in sospeso, l’Ecuador potrà avanzare nel miglioramento della propria competitività.
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Foto di Copertina: Pagina Facebook del Ministero dell’Economia ecuadoriano