Politica

L’Ecuador ritira la cittadinanza a Julian Assange

Il ritiro della cittadinanza ecuadoriana a Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks da oltre due anni detenuto in Inghilterra, ha fatto il giro del mondo, raggiungendo perfino la stampa italiana. Il Tribunale per i contenziosi amministrativi della provincia del Pichincha, dove si trova Quito, ha infatti accolto nella giornata di ieri la richiesta del ministero degli Esteri di annullare il provvedimento di cittadinanza all’attivista e giornalista australiano.

La decisione del tribunale si fonda sul fatto che i documenti relativi alla richiesta di naturalizzazione di Assange contenevano diverse irregolarità, tra cui firme false e l’evasione di alcune tasse. Alcuni documenti, inoltre, sembrerebbe siano stati contraffatti dallo stesso Assange nel momento della loro presentazione. Carlos Poveda, avvocato ecuadoriano dell’attivista australiano, ha dichiarato che la decisione è stata presa senza le opportune verifiche e senza che Assange venisse interpellato, e ha aggiunto che farà appello contro la decisione dell’Ecuador.

Il video dell’arresto di Assange presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra (2019)

Assange, accusato dal governo degli Stati Uniti di aver violato illegalmente i suoi siti e di aver divulgato documenti relativi alle guerre in Afghanistan e Iraq e altre comunicazioni diplomatiche, è stato ospitato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra dal 2012 al 2019, e nel 2017 gli è stata concessa la cittadinanza, affinché potesse abbandonare l’ambasciata e la Gran Bretagna in qualità di diplomatico ecuadoriano. Nel 2019 Assange venne espulso dall’ambasciata per non aver rispettato gli accordi di asilo politico, e da allora risiede all’interno del carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra.

Nei circa 7 anni di residenza all’interno dell’ambasciata ecuadoriana a Londra, l’Ecuador ha pagato circa $6.5 milioni per il suo mantenimento, seguendo quanto prescrive la Convenzione di Caracas sull’Asilo Territoriale, firmata dal paese andino. La maggior parte di questa cifra, ossia $5.8 milioni, sono stati spesi per la sua sicurezza, mentre circa $400.000 per alimenti, medicine e vestiti. Infine, circa $300.000 sono stati utilizzati per consulenze legali.

In una conferenza stampa avvenuta poco dopo l’espulsione di Assange dall’ambasciata ecuadoriana a Londra, l’allora ministro María Paula Romo informò la stampa che “durante la sua permanenza nell’Ambasciata di Londra, durante il governo di Correa, si è tollerato che Assange spargesse le proprie feci sulle pareti dell’ambasciata e altri comportamenti di questo tipo, atteggiamenti che lo hanno allontanato dal rispetto minimo che un ospite deve avere nei confronti di un paese che lo ha accolto in maniera così generosa”.


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© Riproduzione riservata

Foto di Copertina: CNN

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