Era il 24 maggio 1822 quando Antonio José de Sucre, maresciallo a capo dell’esercito della Grande Colombia, combatté per rendere libero l’Ecuador e la sua capitale. E’ grazie al coraggio dei soldati che combatterono contro la Spagna nelle vicinanze del vulcano Pichincha, che oggi festeggiamo 199 anni di libertà.
In quegli anni la sete d’indipendenza era ormai propagata in tutte le Americhe, e quello della Battaglia di Pichincha non fu un evento isolato, ma una delle tante battaglie nel contesto delle Guerre d’indipendenza d’Ispano-America, promosse dai nascenti movimenti indipendentisti che dettero vita ai paesi indipendenti come gli conosciamo oggi.
In Ecuador il primo tentativo d’indipendenza ebbe luogo nel 1809, quando venne istaurata la Prima Junta del Governo Autonomo di Quito, che rappresentò il primo passo verso la liberazione di varie città del futuro paese negli anni successivi, quali Cuenca e Guayaquil nel 1820, e Riobamba nel 1822.
La sera del 23 maggio 1822, le truppe di Sucre arrivarono a Quito, nella zona del vulcano Pichincha, dopo un lungo viaggio dalla città di Guayaquil. I coraggiosi battaglioni della Grande Colombia, guidati dal maresciallo Sucre e dal colonnello José María Córdova si scontrarono contro i soldati spagnoli del generale Melchor de Aymerich.
Tra i combattenti per la libertà ecuadoriana, non si può non menzionare il tenente Abdón Calderón, il cosiddetto “eroe bambino”, originario di Cuenca e così conosciuto per via della sua giovane età, il cui coraggio nella battaglia dette luogo a svariati miti. Ciò che mito non è, fu il successo dei soldati della Grande Colombia, che stabilirono i precedenti per la proclamazione dell’Ecuador come Repubblica, che avverrà 8 anni dopo, nel 1830.
Ogni anno a Quito si commemora questa data con vari eventi, organizzati dal Ministero della Difesa. Nella Cattedrale vengono depositati dei fiori alla tomba del Maresciallo Sucre, viene recitato il Te Deum nella Chiesa de la Merced, ed infine, si celebra una cerimonia militare ed il cambio della Guardia d’Onore nel Tempio della Patria, che si trova presso il vulcano Pichincha.
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Foto di Copertina: Eldiario.ec